Natale di Femminicidi. Dalla Calabria alla Sardegna il rancore degli ex si trasforma in cieca violenza

di redazione 24/12/2018 CULTURA E SOCIETÀ
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I carabinieri, dopo una nottata di ricerche, hanno rintracciato l'ex convivente di Francesca Petrolini, la donna di 53 anni uccisa domenica in Calabria insieme al nuovo compagno, Rocco Bava, di 43, nella tabaccheria a Davoli di proprietà di lei. Si tratta di un 67enne, G.G., cognato della donna. Dopo essere rimasta vedova, Francesca Petrolini, aveva allacciato una relazione con il fratello del marito. L'uomo era a casa di un amico a Davoli. E' stato portato in caserma per l'interrogatorio. 

A sparare è stata una sola persona ma utilizzando due armi, un fucile ed una pistola calibro 7,65. La donna è stata raggiunta da due colpi al torace, mentre l'uomo da quattro, tre al torace ed uno alla testa. Gli investigatori hanno anche accertato che Rocco Bava non ha tentato di fuggire prima di essere colpito come era stato ipotizzato in un primo momento, ma è stato ferito mortalmente all'interno della tabaccheria della compagna. 

E potrebbe esserci una banale lite con il compagno, anche lui dominicano, alla base dell'omicidio di M. P., la donna di 36 anni morta, domenica, a Scalea dopo essere precipitata da una finestra del palazzo dove abitava. L'uomo, che conviveva con la vittima, è stato fermato dai carabinieri. 

A Scalea, in provincia di Cosenza, è stato fermato con l'accusa di aver ucciso la compagna di origine dominicana un italiano di 26 anni, G.A.M.

Nel pomeriggio di domenica il corpo di M.P., 36 anni, era stato trovato da una vicina di casa nel cortile del  palazzo in cui abitava. In un primo momento si era pensato a un suicidio, ma i carabinieri, chiamati appunto dalla vicina, non avevano escluso nessuna ipotesi sulla causa della morte della donna.

I militari hanno infatti accertato che M. P. non sarebbe precipitata dal terzo piano, dove abitava, ma da un piano superiore. Le indagini, coordinate dal sostituto
procuratore Maurizio de Franchis hanno poi consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza del giovane fermato, convivente con la donna. Secondo le prime indiscrezioni la violenza dell'uomo sarebbe scaturita da un banale litigio. Il fermato è stato accompagnato presso la Casa Circondariale di Paola, a disposizione della locale Procura.

Ad Alghero, domenica, è stata uccisa Michela Fiori, una quarantenne dipendente di una cooperativa che gestiva i servizi di assistenza domiciliare per conto dei servizi sociali: nel pomeriggio il marito Marcello Tilloca, un carrozziere e imbianchino di 42 anni si è presentato dai carabinieri per costituirsi, dicendo di averla strangolata nella casa in cui vivevano. I due - che hanno due figli piccoli - stavano affrontando una tormentata separazione e sembra che la donna di recente si fosse anche rivolta al Centro antiviolenza.

Si è rischiato un altro femminicidio sempre in Calabria, fermato solo grazie al pianto di una bambina di 9 anni. A Lattarico un uomo di 63 anni si è presentato in stato confusionale in caserma dicendo di aver cercato di strangolare la moglie con un cavo elettrico lasciandola ferita sul pavimento di casa. I militari hanno individuato l'abitazione e soccorso la donna, in stato di shock e con accanto la figlia di 9 anni che cercava di aiutarla. Il tentato strangolamento è avvenuto al culmine dell'ennesima lite e non è stato portato alle estreme conseguenze, secondo quanto ha detto l'uomo, solo per il casuale arrivo della bambina che con il suo pianto lo ha frenato.


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